Ti è mai capitato di doverti fermare mentre fai attività fisica o una semplice camminata per la comparsa di una strana sensazione di dolore mista a tensione in qualche muscolo del tuo corpo?
COSA PUÒ ESSERE SUCCESSO AL TUO MUSCOLO? Se ti sei trovato nella situazione descritta precedentemente, molto probabilmente il tuo muscolo ha subito un trauma, che può andare dalla “semplice” contrattura al più complicato strappo muscolare.
Nel caso in cui il dolore insorge al termine dell’attività sportiva o a distanza da essa (dopo qualche ora o il giorno dopo), non è ben localizzato, tant’è che lo avverti diffuso su tutto il muscolo, ed è di modesta intensità (non impedisce di proseguire con l’attività sportiva) si è di fronte ad una CONTRATTURA MUSCOLARE.
Si tratta di una contrazione involontaria, insistente e dolorosa di uno o più muscoli che si manifesta con una condizione di rigidità ed aumento di tono: il muscolo interessato risulterà essere più “duro” rispetto al controlaterale e potrebbe essere poco tollerante all’allungamento passivo.
La contrattura è di per sé un atto difensivo che insorge quando il tessuto muscolare viene sollecitato oltre il suo limite di sopportazione fisiologico: l’eccessivo carico innesca un meccanismo di autodifesa che porta il muscolo a contrarsi involontariamente. Nella contrattura quindi non vi è una rottura delle fibre che compongono il muscolo ma c’è solo una limitazione più o meno forte della capacità del muscolo di contrarsi e produrre movimento, o di tollerare l’allungamento.
Diversa è la situazione che si ha nello STRAPPO MUSCOLARE (chiamato anche comunemente lesione muscolare). Questa, infatti, è una condizione piuttosto grave in cui si realizza un’effettiva rottura delle fibre che compongono il muscolo.
In relazione al numero di fibre coinvolte (in un muscolo sono presenti diverse migliaia di fibre) gli strappi muscolari si possono classificare in:
strappi di I grado, se si ha la rottura di poche fibre muscolari (meno del 5%)
strappi di II grado, se si ha la rottura di un discreto quantitativo di fibre muscolari
strappi di III grado, se c’è un’interruzione quasi totale o totale del ventre muscolare
Queste lesioni sono piuttosto frequente in ambito sportivo, soprattutto negli sport con elevate richieste funzionali (come calcio, sollevamento pesi, gare di sprint e di salto). Si verificano principalmente durante una contrazione di tipo eccentrico (contrazione con allungamento muscolare) e nel 96% dei casi sono di tipo indiretto, ossia senza contatto fisico. Spesso avvengono in condizioni di scarso allenamento o quando il muscolo è particolarmente stanco o impreparato a sostenere lo sforzo (mancanza di riscaldamento generale e specifico). Anche la presenza di squilibri posturali e muscolari o la mancanza di coordinazione possono predisporre alla loro insorgenza.
Certamente questo tipo di infortunio può interessare anche chi non pratica sport regolarmente: uno scatto o una corsa verso l’autobus o la movimentazione di carichi pesanti in chi non è allenato rappresentano alcuni esempi di meccanismi traumatici.
Generalmente chi subisce uno strappo muscolare avverte un dolore improvviso e acuto in un punto preciso del ventre muscolare, tanto più intenso quanto maggiore è il numero di fibre coinvolte. Questo dolore viene rievocato ad ogni tentativo di contrazione e allungamento muscolare.
L’impotenza funzionale, ovvero la perdita di forza e l’incapacità di muovete attivamente la parte interessata, è tanto più precoce quanto grave è la lesione; in genere non si è più in grado di proseguire con l’attività sportiva.
A livello palpatorio è possibile percepire una contrattura muscolare “di difesa” grazie alla quale l’organismo cerca di immobilizzare l’area interessata per favorire il recupero ed evitare che la situazione peggiori ulteriormente. Nelle lesioni di terzo grado si percepisce anche un avvallamento, un vero e proprio scalino che testimonia l’entità della rottura.
Nella maggior parte dei casi nell’arco delle 24 ore successive all’evento traumatico si crea un ematoma, un livido, localizzato più in basso rispetto alla sede dello strappo, dovuto al fatto che oltre alle fibre muscolari si sono lesionati anche i capillari.
Sebbene gli strappi muscolari possano colpire qualsiasi muscolo del corpo, le sedi più frequentemente interessate sono gli arti, mentre più raramente si possono creare lesioni a carico della muscolatura addominale e dorsale.
In particolare, i muscoli che vengono maggiormente interessati sono quelli della coscia (flessori, quadricipite e adduttori) e della gamba (tricipite surale).
COSA FARE IN CASO DI CONTRATTURA? Anche se il dolore è tollerabile, per ridurre il rischio di complicazioni è bene sospendere temporaneamente l’attività sportiva.
Per guarire da una contrattura normalmente sono sufficienti 3-7 giorni di riposo, che potrebbero diventare molti di più se non si rispettano i giusti tempi di recupero.
Per accelerare il recupero sono utili tutte quelle attività che permettono l’allungamento della muscolatura e favoriscono l’apporto di sangue ai muscoli. È quindi consigliato sia lo stretching dolce che l’applicazione di calore locale (dalla classica borsa dell’acqua calda alla tecar terapia).
L’ideale sarebbe associare anche un massaggio decontratturante così da ridurre le tensioni muscolari e migliorare il dolore.
Se la sintomatologia dovesse persistere per oltre 10 giorni di riposo, è bene sottoporsi a visite specialistiche per accertarsi che non vi siano lesioni muscolari ben più gravi o che il dolore non sia la conseguenza di un altro problema (squilibri posturali, problemi articolari, …)
COSA FARE IN CASO DI STRAPPO MUSCOLARE? La prima cosa da fare dopo l’evento traumatico è sospendere immediatamente l’attività sportiva, anche se il dolore avvertito è di lieve entità.
Dopo essersi fermati è consigliato:
applicare immediatamente un impacco freddo (borsa del ghiaccio) sulla zona interessata, in modo da ridurre il flusso di sangue ai vasi lesionati (vasocostrizione)
applicare fasciature compressive per ridurre lo stravaso ematico
evitare di caricare l’arto interessato
evitare qualunque forma di calore
tenere l’arto sofferente in una posizione rialzata nei momenti di riposo
È bene rivolgersi il prima possibile ad un medico o professionista per assicurarsi una corretta diagnosi e un trattamento mirato ed efficace. In genere viene effettuata un’ecografia per identificare la reale entità del danno (strappo di I, II o III grado) e orientare così la prognosi e l’iter terapeutico.
Una volta accertata la lesione, il muscolo infortunato deve essere protetto da carichi eccessivi che potrebbero compromettere, o rallentare, il processo di guarigione.
La fase della cicatrizzazione, infatti, è forse la più importante in quanto è quella che va ad influenzare, positivamente o negativamente, la prognosi di ogni lesione al muscolo.
Proprio per questo è importante rispettare un periodo di stop da ogni tipo di attività sportiva di almeno 2 settimane per le lesioni di primo grado e di non meno di 4 settimane per quelle di secondo grado; in quest’ultimo caso prima di dare l’ok al ritorno all’attività sportiva sarebbe bene effettuare una nuova valutazione con esame ecografico.
Nelle lesioni di terzo grado, invece, i tempi non sono mai inferiori ai 3-6 mesi.
Per accelerare il recupero da uno strappo muscolare possono essere d’aiuto le terapie fisiche come la tecar terapia. Questa infatti, oltre a ridurre l’infiammazione e controllare il dolore, va a velocizzare tutti i processi fisiologici di riparazione, compresa la formazione della cicatrice.
Successivamente, quando non sarà più presente dolore ne alla palpazione ne allo stretching passivo, è consigliato intraprendere un percorso riabilitativo finalizzato a rendere la cicatrice il più possibile morbida, elastica e non fibrotica, così da ridurre il rischio di recidive una volta ripresa l’attività sportiva.
Se hai avuto uno strappo muscolare, o hai spesso contratture muscolari, non esitare a rivolgerti al tuo centro fisioterapico di fiducia per una corretta diagnosi e un recupero il più possibile rapido ed efficace.
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