Lo sport come farmaco: perchè conviene a tutti!
- info8674023
- 28 mar
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In un'epoca in cui le malattie croniche colpiscono un numero crescente di persone, la risposta potrebbe trovarsi in un'attività tanto semplice quanto trascurata: il movimento.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l'attività fisica non solo migliora il benessere fisico, ma è anche un potente alleato nella prevenzione e nel trattamento di diverse patologie. L'idea di considerare lo sport come un 'farmaco' non è più solo una provocazione, ma sta guadagnando terreno nel dibattito pubblico, specialmente in relazione a proposte che ne prevedono la detraibilità fiscale.
Questo breve articolo esplorerà i benefici di incentivare lo sport come forma di medicina, i potenziali risparmi per il sistema sanitario e l'importanza di rendere l'attività fisica accessibile a tutti.
I benefici di incentivare lo sport come forma di medicina
Incentivare lo sport come forma di medicina offre molteplici benefici sia a livello individuale che collettivo, con importanti implicazioni per la salute pubblica e il sistema sanitario.
L'attività fisica regolare è associata a una riduzione significativa del rischio di malattie croniche, come le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e alcune forme di cancro.
Uno studio pubblicato sulla rivista Lancet ha evidenziato che l'inattività fisica è responsabile di circa 5,3 milioni di decessi prematuri ogni anno a livello globale (Lee et al., 2012). Un'attività fisica adeguata migliora la funzionalità cardiaca, aumenta la forza muscolare e potenzia la resistenza, contribuendo al benessere generale.
Dal punto di vista della salute mentale, numerosi studi indicano che l'esercizio fisico può ridurre i sintomi di depressione e ansia. La revisione sistematica condotta da Rebar et al. (2015) ha mostrato che l'attività fisica è efficace nel migliorare il benessere psicologico e nel ridurre i sintomi di disturbi mentali.
Inoltre, la pratica sportiva promuove interazioni sociali e coesione, elementi fondamentali per il supporto sociale e la salute mentale.
L'incentivazione dell'attività fisica può portare a significativi risparmi economici per il sistema sanitario. Secondo un rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), un aumento dell'attività fisica potrebbe prevenire circa 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili in Europa entro il 2050, generando risparmi significativi in termini di costi sanitari (OMS e OCSE, 2018).

Come incentivare la pratica sportiva?
È cruciale rendere l'attività fisica accessibile a tutti per garantire equità nella salute. Gli studi dimostrano che l'accesso a strutture sportive e programmi di attività fisica nelle comunità può migliorare i tassi di partecipazione. La ricerca condotta da Hamer e Chida (2008) ha trovato una correlazione positiva tra l'accessibilità a impianti sportivi e i livelli di attività fisica della popolazione. Inoltre, informare la popolazione sui benefici dell'attività fisica e sostenere iniziative di inclusione per persone con disabilità è essenziale per garantire che tutti possano beneficiare di queste opportunità.
In sintesi, incentivare lo sport come medicina non solo migliora la salute individuale, ma porta a risparmi significativi per il sistema sanitario, contribuendo a una società più sana e coesa. Per garantire che tali benefici siano accessibili a tutti, è fondamentale investire in infrastrutture sportive e programmi di sensibilizzazione.
Riferimenti
Lee, I.-M., Shiroma, E. J., Lobelo, F., et al. (2012). Effect of physical inactivity on major global health outcomes: a systematic review. The Lancet, 380(9838), 219-229.
Rebar, A. L., Stanton, R., Geard, D., et al. (2015). A systematic review of the benefits of physical activity in managing mental illness. Clinical Psychology Review, 34(6), 406-417.
OMS e OCSE. (2018). Step Up! Addressing the burden of insufficient physical activity in Europe.
Hamer, M., & Chida, Y. (2008). Physical activity and risk of cardiovascular disease: a meta-analysis. Heart, 94(6), 690-695.
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